«Ogni giovedì vado alla Caritas di via Gioberti e prendo un pacco pieno di riso, pasta, latte, biscotti, zucchero e tanto altro. Grazie a quel pacco, io e la mia fidanzata andiamo avanti a mangiare per tutta la settimana e non facciamo praticamente mai la spesa al supermercato. Se mi vergogno ad andare alla Caritas? No, assolutamente, in questo periodo se c’è qualcuno che può darmi una mano io gli dico soltanto grazie. E dico a tutti i miei amici che si trovano nella mia stessa situazione di non indugiare: andate alla Caritas punto e basta, non c’è niente di cui vergognarsi».
Alessandro ha 22 anni, è fiorentino di madre polacca, lavorava come lavapiatti e aiuto cuoco in un ristorante di Fiesole, ma con l’arrivo della pandemia il ristorante fa soltanto asporto e di lui non ha più bisogno. Prima guadagnava 1.100 euro al mese, adesso è in cassa integrazione e ne guadagna 800. Ma 700 euro gli vanno via per pagare l’affitto, quindi ogni mese gli avanzano soltanto 100 euro. «E con 100 euro al mese, se non vai alla Caritas, non ci sono altri modi per sopravvivere”. Lui ci va tutti i giovedì mattina. “Sono entrato in contatto con i servizi sociali della Caritas grazie alla zia della mia compagna, che lavora proprio in una struttura».