La risata schietta e la voce sicura di chi ha attraversato l’oceano, ha conquistato il proprio posto nel mondo ed ha riportato a casa una nuova se stessa. La storia di Claudia è quella di una generazione intera, con la valigia sempre pronta e la voglia di affermarsi anche lontano – anzi lontanissimo – da casa. È il 2006 quando Claudia, ventiseienne ragioniera fiorentina, parte per San Francisco: “Ero stata in America nel 2005 per una vacanza così decisi di tornare in USA per studiare la lingua”. Da sempre curiosa di scoprire altre culture, Claudia saluta la famiglia e si tuffa nella nuova avventura: “Per me si trattava della prima esperienza lontano dalla mia città. Stare in mezzo ad altri studenti europei e non, conoscere nuovi stili di vita, l’impatto è stato davvero bellissimo”. Un’esperienza breve ma vissuta al massimo che presto si trasforma in una scelta di vita: “Avevo già il biglietto di ritorno. A marzo sarei dovuta rientrare a Firenze, poi ho iniziato a lavorare e ho deciso di restare”. A Firenze, Claudia torna solo 6 anni dopo.
La carriera americana di Claudia parte prima da un grocery store familiare ma ambizioso: “Lavoravamo al ritmo americano, dal lunedì alla domenica. Laggiù – dice ridendo – non si scherza”. Così dopo un primo anno passato tra gli scaffali e i prodotti alimentari più svariati, la proprietà apre un nuovo e più grande negozio e Claudia diventa manager: “E’ stata un’esperienza intensissima. Dovevo selezionare e gestire forniture e personale, così ho imparato a degustare e abbinare i prodotti di tutto il mondo, anche italiani. È stato come continuare a conoscere e mischiare nuove culture tra loro.”
Un primo step professionale impegnativo ma vissuto con la convinzione di chi vuole affermarsi: “Era un ruolo del tutto nuovo per me che mi ha permesso di costruire un patrimonio di conoscenze incredibile. È andando avanti tra alti e bassi, anche sbagliando, che sono riuscita a ottenere i risultati che volevo come store manager”. Un periodo di 4 anni passato tra clienti abituali e di passaggio, che si interrompe quando Claudia cambia ancora vita e si getta in un’altra avventura: “Ho ricevuto una offerta di lavoro e mi sono aperta al mondo della ristorazione”. Prima con Brindisi, ristorante italiano nel cuore del financial district di San Francisco e poi con il ristorante Taverna. Ancora una volta la scalata di Claudia riparte da zero: “Il proprietario mi volle con sé ma disse che avrei dovuto iniziare dalla base”. E Claudia lo fa, senza perdere la voglia di arrivare in cima. Prima il magazzino, poi cameriera (“il lavoro più difficile che abbia fatto”) e persino barman. Fino al ruolo di manager di entrambi i locali: “Mi dividevo tra Brindisi la mattina e Taverna la sera. Lavoravo tantissimo, la clientela americana era molto esigente ma è stato un periodo ricco di soddisfazioni”. Il tutto, come sempre, all’insegna della scoperta: “A noi italiani può suonare strano ma in California c’è una grande cultura del cibo e una ricchezza straordinaria di influenze”.
Così il cammino da manager di Claudia continua fino a quando la scadenza del visto lavorativo e ostacoli burocratici la riportano a casa, in una Firenze che vuol dire famiglia ma anche ripartire da zero: “Dopo sei anni all’estero non è stato facile. I primi mesi sono stati davvero duri. Ero felice di rivedere tutta la mia famiglia ma dopo anni di lavoro intenso lo stacco è stato forte”. Tra una serie di lavori diversi, Claudia continua a mettersi in gioco: “E’ stato un periodo di riflessione e cambiamenti. Per un anno ho lavorato in ufficio, ma sentivo che non era una vita che faceva per me”. È però nel cuore di Firenze che Claudia trova una nuova sfida: “Un giorno in Santa Croce trovai un mio ex titolare interessato a farmi lavorare nel suo negozio di pelletteria e gioielli proprio lì in piazza”. La terza vita di Claudia inizia davanti alla basilica più famosa di Firenze che, neanche a dirlo, la vede ben presto diventare manager dell’attività: “Sono stati sei anni bellissimi. Adoravo gestire i negozi e conoscere gente di tutte le nazionalità. Ero in centro a Firenze ma era come stare al centro del mondo”. Un periodo bellissimo che però finisce con la pandemia: “La chiusura delle attività mi ha costretto a lasciare il negozio. Dovevo nuovamente iniziare da capo”. Claudia, come tanti del mondo del commercio, attraverso un periodo difficilissimo: “Ero alla costante ricerca di lavoro. Non vedevo l’ora di ripartire, non era abituata a stare ferma”.
Ancora una volta, il futuro arriva per caso: “A casa di un’amica telefonò una ragazza che gestiva una enoteca. Disse che voleva lasciare la gestione e io mandai il cv ai titolari. Quando mi dissero che avrei iniziato il giorno dopo, piansi di gioia”. Da maggio 2021, Claudia gestisce con gioia, esperienza e entusiasmo due enoteche nel cuore di Castellina in Chianti: “Ho iniziato solo da qualche mese ma ho già fatto molto per approfondire le mie conoscenze in fatto di vino e abbinamenti. Le esperienze manageriali passate mi aiutano ma ho già studiato molto e voglio continuare a scoprire e imparare, come ho sempre fatto”. A sentirla Claudia, dopo tutti i nuovi inizi della sua vita, sembra realizzata e focalizzata solo sul presente: “Voglio diventare sempre più esperta. È bello gestire di nuovo le forniture di una attività, ricevere i clienti di tutto il mondo, accompagnarli nelle degustazioni e vendere una bottiglia di vino che conosci.”. Perché, aggiunge con una semplicità che sa di buono, “il lavoro ti deve piacere per poter trasmettere al cliente la verità”.
E oggi, la sua verità Claudia l’ha trovata lontana dai grattacieli di San Francisco, in un piccolo paesino dai ritmi antichi: “È come tornare indietro nel tempo. Funziona tutto diversamente. Qui quando vuoi guardi il verde, i panorami sono incredibili e tutti ti conoscono”. Certo, il ricordo delle metropoli è ancora vivo: “Dopo anni di negozi 24h non mi abituerò mai agli orari di chiusura – dice ridendo – ma qui sono serena e rilassata e questo è l’importante”. E se si prova a chiederle qualcosa sul futuro, Claudia non ha dubbi: “Ne sono successe talmente tante, non puoi mai sapere davvero cosa capiterà”. Una cosa è certa, però: “Che sia qui o altrove, un’avventura ci sarà sempre’”. Anzi, ci e si ricorda: “Un’avventura ci dovrà sempre essere”.